[UncertaintyAvoidance]
C’è che c’è che vado in regressione…
Formatto, ricarico i driver ma quelli aggiornati, riavvolgo il nastro.
Cerco di ricostruire le ragioni profonde di alcune scelte che hanno generato la sequenza dei fatti, per poi smontarla, analizzarla con un altro filtro e cercare di immaginare di costruire un finale diverso…
90 giorni che sono qui
Reale Percepito
Il solito loop di seghe mentali misto a santi che scendono giù, a farmi compagnia, nei 14 passi dal letto al caffè.
AAA…
Assopito, Anaffetivo, Atomizzato, Aridamente Antisociale, Anomico…
Inappetente alla vita, inerme, immobile, incapace di reagire e governare, in preda a questa rabbia mista a sconforto, talvolta, paralizzante…
Sprecando, gettando via il tempo, nelle stanze pregne di incomunicabilità, di questo tempo, in questo Reality Show!
C’è che non mi piace per niente quello che vedo, in questo specchio.
C’è che non mi piace per niente tutto questo fare fatica ad esprimere quello che sento, quello che percepisco…
Stitichezza emozionale, stitichezza e-sperienziale…
L’Espresso sul cesso, come da quando ne posso aver memoria, sfogliato partendo dall’ultima pagina…la bustina di Minerva o il vetro soffiato di Scalfari, purtroppancora troppo complicate, per me, le lettere dei lettori, società poi salute.
Lei non sa chi sono io, il titolo di questo articolo sulla sindrome di Hubris (arroganza, orgoglio, tracotanza, presunzione) che mi colpisce non poco, leggendo, nel finale che
“Non esistono cure mediche per questa sindrome, ma è possibile una riabilitazione che rinforzi l’effetto dei fattori protettivi ([…]umiltà, senso dell’humor, autocritica, autocontrollo, disponibilità ad ascoltare […])”
Mi colpisce di più qualche giorno dopo, quando me lo ritrovo sotto forma di ritaglio fra schermo e tastiera del mio P66 dal sistema operativo danneggiato.
90 giorni che sono qui
Realtà Manifesta
Sono Camicia Malstirata…
Sì, mi ricordo, hai fatto bene a chiamare…
I miei pensano che io abbia la sindrome di Hubris, può essere vero? Tu la conosci? Che ne pensi? Chiedo al telefono al Dottor Carmine, il mio nuovo analista, un gestaltiano, appassionato di devianze, specializzato in tecniche conversazionali.
E’ una new entry nel reality show anche se avevo il suo numero già da qualche anno.
Non l’avevo mai chiamato che speravo, mi illudevo, non ce ne sarebbe stato bisogno…
Realtà Aumentata
Il numero del Dottor Carmine ce l’ho già da un po’ ma non l’avevo ancora usato.
Me l’ha passato Dj K_All, qualche anno fa, nel periodo in cui era in sbatti che si prendeva la B Speciale (la patente, non qualche cosa strana) e andava spesso al Ser.T di Via Carpaccio, nella città delle due torri, a fare quello che si deve fare in questi casi…
Si sono conosciuti credo in sala d’aspetto mentre erano lì per motivi diversi ma sempre legati a roba di documenti…
Entrambi in attesa…
Dj K_All per la patente e quello che adesso è il Dottor Carmine per il tirocinio post-laurea in psicologia, dopo una tesi sulle devianze in soggetti cresciuti in aree subindustrializzate, contando i giorni alla fine prima di cominciare ad attendere di essere accettato in qualche scuola di specializzazione gestaltiana.
Dj K_All era lì che traccheggiava nell’attesa del suo turno, leggendosi la stampa su carta riciclata del Coyote Project dell’epoca.
Succede che nell’androne arriva quello che adesso è il Dottor Carmine ma che all’epoca era, semplicemente, Carmine lo stagista.
Finisce che tra una battuta acida e l’altra finiscono a parlare di me…
Dj K_All con lo spirito del fratello maggiore che ne ha viste troppe e di troppo brutte, che sperava che il suo fratellino diventasse la sua nemesi, che almeno lui riuscisse a non essere più un personaggio abbozzato di quella graphic novell di quart’ordine (“Live from Hell. Flipback and lying in Doom’s Dale”, la chiamava) in cui sembrava articolarsi il piano del reale delle nostre e-sistenze…
Carmine lo stagista con lo spirito del ricercatore interessato ad un caso di studio neanche troppo complicato da sviluppare…
Reale percepito
Finirono a parlare di me che avevo scritto quelle pagine gialline cariche di parole farneticanti, che laureato da qualche mese, dopo una vita senza rimpianti e senza star troppo a pianificare di entrare nel sistema, rischiavo di finirci dentro, senza le giuste motivazioni…
Impreparato, insufficientemente strutturato emotivamente, deficitario nel set dotazione delle competenze trasversali di quelle aspecifiche utili al controllo dell’incertezza in sistemi fortemente normati…
Sprovvisto, senza mai essersi posto il problema di dover almeno provare a indossare il più importante (per lui) fra tutti e 6 i cappelli per pensare, quello azzurro, quello del controllo…
C’è il rischio concreto che senza una guida finisca col non performare e a perdersi negli interstiziali del suo disagio, fino a deprimersi e poi chiudersi in una bolla di inadeguatezza…
C’è il rischio concreto che oltre al non accettare di dover essere YES (man) oppure OK (come indicato da una delle mode del momento) o al massimo AND-OR, come richiesto dal sistema, perseverando nella ricerca di un adattamento quasi impossibile, per uno o per una ch’è stato da sempre un cazzo di NOR…
dopo aver imbiancato il sepolcro, nascosto e o eliminato del tutto l’acciaio chirurgico e le creste…
dopo aver dato all’inchiostro che affiora su pelle una dimensione forzatamente intimista ma nascosta sotto una camicia malstirata in un total look da 99e99, per 600-1000 euro al mese…
e restare borderliner, nonostante tutto…
C’è il rischio concreto che senza una guida finisca da qui a 5 anni col non accettare più niente e ad atomizzarsi…
Sto esagerando? Farnetico anch’io, secondo te? chiede K_All allo stagista psicologo…che io non le ho studiato queste cose ma me le hanno raccontate a fattarello… me le ha spiegate in più riprese, di notte, un mio cliente. Quando è sparito poi le ho lette un po’ in giro…ma ti ripeto, le ho solo lette, forse sto esagerando…
C’è che lui non capisce, che potrebbe pentirsi e poi autodistruggersi o peggio ancora deprimersi…nonostante tutto...
Parlaci tu, appena puoi, gli dice K_All, in attesa di entrare…
Che lui non capisce, che non immagina quello che sta per fare, gli dice, che decide di pancia e di rabbia e pensa di poter essere come Touraine, negli interstiziali delle corporazioni…non accettando il fatto che è semplicemente un viaggio nella rabbia, in una rabbia atavica, in un odio ancestrale, alimentata da un rapporto malsano, innaturale con la morte e con il brutto…
C’è che c’è che lui non capisce, dice K_All al futuro Dottor Carmine, che quello che vorrebbe cominciare potrebbe non essere nient’altro che un tour nell’odio e nella rabbia, potenzialmente autodistruttivo…rischiava di fare non come Touraine ma fare un TourHaine…
Realtà aumentata
Queste le parole, le ultime parole, fra di loro, qualche anno fa, nella sala d’attesa del Ser.T di Via Carpaccio, nella città delle due torri…
Reale Manifesto
C’è che mi chiama lui, il futuro Dottor Carmine, qualche mese dopo quella loro chiacchierata.
Si presenta, rapidamente e poi mi fa “se continui a non concludere niente (anche se in realtà avrebbe detto “se continui a non concludere un cazzo”, vabbè…) ma se riesci a non autodistruggerti, da qui a 5 anni, fammi uno squillo. Per quella data sarò abilitato. Non fare cazzate, nel frattempo.”
La nostra precedente conversazione prima di…
90 giorni che sono qui
Reale Manifesto
C’è che c’è che i miei sono convinti che io abbia la sindrome di Hubris. C’è che c’è che il mio attuale analista adesso è il Dottor Carmine e per tranquillizzarmi, a telefono, mi dice che è abbastanza d’accordo con loro e mi invita, nell’attesa del nostro prossimo incontro, a…
C’è che c’è che neanche finisce di parlare che mi pinga Giulio, su skype, che mi deve dare una buona notizia.
Che dopo un periodo denso ma un po’ così anche per lui, che sembrava non dovesse finire mai più…rimane che finalmente ha vinto una borsa di studio, per dipingere e basta…in Germania.
Sembrava un periodo San Sebastiano, sembrava non finire più…troppo stressato a lavoro per questioni di turni inumani fatti da qualcuno “chezerovitasocialelavoroebasta” un kebab volante volando in studio in attesa di qualche nuovo colore, di qualche buona notizia che tardava ad arrivare…e nel frattempo erano ferite sulla tela, flagellazioni, più che estroflessioni, più che ispirazioni…
Poi non lo so, mi torna la voglia, la Voglia, quella con la V maiuscola, nel tempo intercorso fra un paio di Bah!
Mi viene la Voglia, mi ritaglio del tempo extra e la tela, quasi da sola, si fa… poi arriva il Berlin Calling! Berlin Calling! Berlin Calling! mi fa.
[San Sebastiano - olio e smalto su tela 100x140cm - Giulio Zanet]
Ma tu come stai? Stai scrivendo, almeno?...tirati su, comincia dalle cose semplici, tipo cambiare l’acqua al pesce, alla bolla del pesce, intendo… e poi ricordati di San Sebastiano e poi fai tu, ma fai…
che quando cominci poi ti ricordi, come si fa…me lo hai insegnato tu…cerca di ricordartelo, ogni tanto…
Una cosa tipo così:
“la informiamo che ci dispiace ma il suo profilo non risulta essere in linea con le Nostre esigenze aziendali”, al quinto step si selezione, dopo cinque settimane...
e tu tu… e ta ta…e tu tu… e ta ta…
Cussì eti. Cu ci ti la pigghi?Cu lu vientu?
e tu tu… e ta ta…e tu tu… e ta ta…
Spetta ‘nattimu? Ma ceteti st’empatia? Non è ca t’hannu dittu mascìa e poi ‘a capitu fiacca?
Punto - linea – superficie – prospettiva - messa in quadro –
Confine - Linea di confine - skyline - prospettiva – messa in quadro -
Modularità - banalità - limite – banalizzazione - messa in quadro
Visione sistemica…
Nǚshì
Nǚshìsulla patente la fotina di Lucy Liu di cui, si vantava, nessun uomo in divisa si fosse mai accorto… Fujiko Mine,
Nǚshì
Realtà aumentata
C’è che era il 2007 e io ignorantissimo, l’ho scoperto in questi giorni dove era Tobruk e che cos’era il martello di Tobruk, soprattutto…che fintanto che ho abitato lì pensavo fosse qualcosa di attinente al “martello di Tobruk” ma il raccontino, però…che c’è un tipo in loop che doveva mettere un chiodo, non aveva il martello ma sapeva che il suo dirimpettaio invece sì…facendola breve e banale, dopo una fracca di tempo sprecato in loop infiniti di seghe mentali sembra che riesca ad uscire di casa e a chiedere, finalmente, il martello al vicino.
Invece suona piano e bussa forte, quello apre e si vede mandato a cagare a gratis e assieme al suo martello da questo vicino di casa un po’ così. E’ questo il martello di Tobruk che conoscevo io, scusatemi.
Fotografia Interinale, Reality Show!
4 città in 28 mesi prima di una ventina di casting per un posto letto, trovato alla fine a una festa…per un totale di una quindicina di compagni di stanza…
Flessibilità, precarietà, vantaggio, opportunità?
Comprimo e zippo ricordi. Talvolta rielaboro, spesso codifico.
Categorizzo ed estrapolo. Scompongo, aggiungo e incasello dati trattati.
Rileggo i dati. Poi banalizzo. Ne faccio diagrammi. Ricavo picchi che porto in mark-up.
Unisco i picchi nell’alternanza di punti, linee e superfici…
Poi ci scherzo anche su.
Che c’è sempre un po’ d’ansia da prestazione prima di ogni ripartenza, prima di ogni picking&packing, prima di ogni moto per…
9 traslochi in 2 anni…
Ancora in viaggio, bagaglio a mano e qualcosa in più.
Bisogna stare leggeri per continuare a viaggiare.
Veloce, leggero, preciso…il mood, nelle intenzioni…
Veloce, leggero, preciso…Osservo, analizzo, estrapolo.
Talvolta rielaboro, spesso codifico, poi digitalizzo ma un po’ meno spesso…
Veloce, leggero, preciso, osservo, analizzo, estrapolo, rielaboro, spesso codifico ed estrofletto…
ancora in viaggio, bagaglio leggero, più leggero…
poche le immagini che porto con me, che tengo sempre sotto mano, sulla mia pelle.
Son le mie linee, essenziali, scarne, spesso monocrome, semplici e banali, più banali che posso, la mia fotografia interinale…
Ma i colori? I miei compagni di viaggio…
me li prestano loro!
Camicia Malstirata