lunedì 2 maggio 2011

Capitolo 2


118 GIORNI CHE SONO QUI...

Giorni fa, preparando il mio intervento su Torno Subito, mi imbattevo nel seguente messaggio di status:

XYZ:
L'economia va meglio delle attese: Pil all'1,3%L'economia va meglio delle attese: Pil all'1,3% Scende il deficit, pressione fiscale più leggera Nel 2010 il Prodotto interno lordo è migliorato, crescende dell'1,3% contro previsioni pari all'1,2 Scende il deficit, pressione fiscale più leggera Fonte www.tgcom.mediaset.it/economia/articoli/articolo504497.shtml
Gli rispondeva LB da Madrid, citando un’altra fonte utilizzata da The New York Times e The Guardian per argomentare l’analisi della situazione in Italia

[www.istat.it/salastampa/comunicati/in_calendario/occprov/20110301_00/]

occupati: -0,4% (-83 mila unità) rispetto a dicembre 2010;
- disoccupati: +2.145 unità,in crescita dello 0,1%,+2 mila rispetto a dicembre (su base annua: +2,8%,+58... mila unità,totale:2 milioni 145 mila);
- disoccupazione giovanile:29,4%;
- inattivi tra i 15 e i 64 anni +0,5% (80 mila unità) rispetto al mese precedente...e (tasso di inattività:37,8%,+0,2% sul trimestre);

XYZ, in apparente stato confusionale e senza argomentare rispondeva semplicemente insultando dignità personale, mamma, papà e tutto il parentado di LB che poi semplicemente metteva in condivisione la sua esperienza personale:

Una nota da parte mia che vivo in Spagna da 4 anni... l'economia spagnola é stata in crescita per venti anni fino al 2007, adesso come tutte le ecomonie occidentali (forse anche di piú) sta soffrendo una grandissima crisi economica. L'economia spagnola non é in ascesa e nessuno dice che lo sia... peró ti posso garantire che quando sono arrivato io nel 2007 era di gran lunga migliore di quella italiana, infatti mentre a Roma e Milano ho dovuto fare lo straccione a carico dei miei genitori facendo lo stagista o lavorando in un callcenter (già laureato e con Master, ovviamente), qui in Spagna in 3 mesi sono diventando indipendente economicamente e finalmente ho acquisito una dignità come lavoratore... non voglio fare l'uomo di mondo perché non lo sono, peró prima di parlare e sentenziare dovreste conoscere il mondo che vi circonda, e vi garantisco che é pessimo in Italia, Spagna, Francia, ecc...
XYZ, sempre in stato confusionale e con ancora meno argomenti reitera una sequenza molto simile di insulti gratuiti
LB, per chiudere il giro cita supersinteticamente l’esperienza di un altro nostro amico, sempre laureato e con master:
T. ha avuto la mia stessa traiettoria in Inghilterra... trattato da falliti in Italia, valorizzato all'estero... e mi viene spesso da pensare che forse il problema è di sistema…secondo te si può ancora parlare di sistema italiano se siamo così in tanti a dover partire per non dover essere insultati?
XYZ, in un silenzio assordante, abbandona la discussione.
Qualche giorno dopo, la mia attenzione da pesce rosso è caduta su questo articolo apparso su repubblica.it che è la storia di Bruno il superdisoccupato, anche lui con una storia di su e giù che va avanti dal 2007 e non ha ancora il lieto fine sperato

[www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2011/03/04/news/superdisoccupato-13180818/]

Ve ne parlo perché penso che siano esempi chiari, di possibili soluzioni, di modi diversi di affrontare la crisi.

Un esercizio che faccio nei periodi in cui “non mi piace quello che vedo” è lo specchio. Una specie di training autogeno basato sulla respirazione diaframmatica e sulle virtualizzazioni, imparato in un corso di pnl on line di cui purtroppo ho perso i riferimenti.

Per chi fosse interessato alla materia, io visito spesso pnlinpratica.com e questa settimana ho trovato interessanti questi due articoli che potrebbero fornirvi spunti utili per affrontare al meglio la fase di avvicinamento ad un colloquio o ad un periodo denso:



La storia di Bruno mi ha ricordato anche uno dei tanti motivi per cui io sono qui…

Reality Show…
118 giorni che sono qui, c’è che Efedrina Milagros, negli ultimi sette giorni ha continuato a chiamare ma che da oggi, spero non chiami mai più.
C’è che in questa settimana di tentativo di costruzione di un rapporto “epistolare” sano e costruttivo per entrambi è riuscita solamente a farmi intossicare di nuovo con le sue ansiogene, contraddittorie, per me velenose, farneticazioni di giovane moglie insoddisfatta dal menage familiare…
C’è che, con le mie dita nuovamente scarnificate a livelli preoccupanti, ho schiacciato unfriend sul suo profilo fake e poi, magicamente, qualche ora dopo…
C’è che mi ha chiamato come al solito in anonimo, piangente e disperata e minacciando di farla finita, punteggiando i singhiozzi e le lacrime con il solito loop ossessivo di “che sono depressa, che non lavoro, non esco mai, sono grassa…piccola pausa e poi…ti chiamo da anonimo ma il mio numero è lo stesso, so che non mi chiami ma non chiamarmi”…
C’è che le dico che capisco il problema linguistico ma ribadisco che ho studiato psicologia sociale e non psicologia…
C’è che sublimando arido distacco, infastidito e indisposto le ribadisco che ringrazio il mio dio di non far parte più di quella schiera di attori non protagonisti di quella telenovela/reality show che è il suo mondo…fatto di tanta brava gente che lavora bene e tanto che nuotano nel loro acquario dorato in cui, com’è giusto che sia, co-esistono simbioticamente colonie di pesci milione e di pulitori del fondo che riempiono gli interstiziali e-sistenziali, sprecando il tempo libero in…pettegolezzi, invidie e lunghi coltelli…
C’è che il suo mondo di ultimi che tanto sarebbe piaciuto a Touraine, la sua telenovela, il suo reality show è, era, fatto di portinaie, tate, governanti aspiranti figuranti speciali, talvolta disperate e falsamente timorate di dio, in attesa di regolarizzazione, che forano goldoni prima di andare a letto con personaggi che vivono nel secondo livello, negli interstiziali, cercando di sfruttare il loro calpestare l’ombra di uomini ombra di chi sta sotto i riflettori…per lanciarsi con annesso pupo in fasce stretto al petto, qualche stagione dopo, in deliranti isterismi, contro le pareti dell’anticamera di un ufficio di rappresentanza… chiedendo vestiti, gioielli e soldi, più soldi a chi, pur calpestando ombre glitter e scintillanti, è semplicemente un comune stipendiato da poco più di mille euro al mese, benefit esclusi, ovviamente…
Jacuzzi vista Madonnina, SUV e/o sportive di medio alto livello dai vetri oscurati, accrediti e/o credenziali privilegiate d’accesso a circoli esclusivi, da poter utilizzare in assenza del padrone…
Questa è, era il suo mondo...

Reale Percepito…
C’è che c’è che il nostro incontro è avvenuto che vivevo a 7 all’ora e non vedevo luce alla fine del tunnel in cui, inconsciamente, masochisticamente, ero riuscito a tuffarmi a coffa, a bomba, a piè pari, in apnea…
C’è che c’è che mi sentivo inutile, impotente,incapace…che mi sembrava di non aver più le motivazioni giuste per continuare a tentare di rimanere lì, nella città senza passaggi a livello…
Che lavoravo e basta e non avevo quasi più vita sociale, che dovevo chiudere il budget e avere qualche spicciolo per ripartire…Non avevo quasi più vita sociale solo perché a parte i colleghi con cui condividevo le pause nei vari lavoretti c’erano le frequenti pause pranzo con Giulio, che a quel tempo lavorava in libreria per pagarsi le spese e soprattutto un buco in quel di Via Lesa in cui poter dipingere…
La gioia di vedersi e confrontarsi, come sempre, sulle nostre emozioni, sullo spirito del tempo e sui nostri blocchi, le nostre dannatissime stitichezze e-sistenziali…la mia d’inchiostro, la sua d’olio…

C’è che vivevo a 7 all’ora…che un lavoretto da 5 euro all’ora, per poche ore settimanali, in remoto, autogestito, come web marketing clerk, un part time serale da 7 euro all’ora in un call center ed una piccola analisi di dati di una customer satisfaction da 9 euro all’ora, anch’essa per poche ore settimanali, in remoto, in autogestione…
Sembrava non bastassero lo stesso a chiudere il badget necessario a partire…

C’è che erano già mesi che cercavo nel mio specchio il ricordo di un sorriso…
C’è che erano già mesi che pianificavo l’attuazione di nuove strategie di problem solving per uscire dalle sabbie mobili dei career site e dallo sconforto conseguente ad un’infinità di le faremo sapere seguiti raramente da una seppur negativa risposta…
C’è che fortunatamente in quei frequenti tre quarti d’ora di pausa pranzo caffè incluso, alla fine della fiera, l’unica domanda senza risposta, nell’attesa che salisse il caffè, era sempre la stessa:
Non è che sono io che la vedo più grigia e brutta di quel che è?
C’è che forse un po’ sì, secondo me, diceva Giulio…se pensi che possa servirti, posso prestarti un po’ dei colori di cui sono fatti i miei mostri ahahahahah.

[www.youtube.com/watch?v=9G6dYsVR2MA]

Reale Manifesto…
L’ho preso in parola, ho indirizzato le mie motivazioni e ho cominciato a pianificare la partenza seguendo una nuova linea di fuga… che banalmente, sembra banale a dirsi, per ridurre la complessità, per riuscire banalizzare ciò che interiorizziamo e riuscire a renderla e-sperienza è sufficiente parlarne, nient’altro. Ma con chi ha voglia, tempo e capacità di ascoltare.
C’è che se si cerca di ritrovare un sorriso, le parole importanti, le più importanti sono quelle dette scherzando, immaginando nuovi scenari possibili…
Basta accettare di non essere sbagliati, di non snaturarsi ma cambiare animale guida, campo d’azione, categoria, sport, impegnarsi nel darsi delle nuove regole e poi solo allora cambiare obiettivi (la linea di fuga) per aumentare i livelli di fitness e di controllo dell’incertezza per raggiungere un diverso worklife balance.
Nei momenti di difficoltà se si è fortunati si trova un mentore, se la sfiga continua a vederci basta un buon analista

Reality Show…
C’è che infastidito, indisposto e inaridito, sublimando distacco le rido “in faccia” e le dico che non ho più voglia di starla ad ascoltare…
Che basta, no? Mo basta! Non posso essertene grato all’infinito, ho cercato di renderti il favore, standoti a sentire oltre ogni ragionevolmente masochista limite di sopportazione!
che non capisco, continuo a non capire davvero che cosa voglia ancora da me e le do il numero di una mia ex compagna di master che fa la psicologa e lavora con l’ipnosi…suggerendole, però, di non dimenticare di dire che tutti i suoi disturbi sono cominciati dopo aver perso una ventina di chili in 6/7 settimane e di far leggere alla sua futura terapista questo:
[…] clordiazepoxido, bumetamida,kcl, centella asiatica, aloina, sinefrina,faseolamina, cromo picolinato, sibutramina[…]

Reale Percepito
Che magari mi sbaglio ma forse, solitudine a parte, è anche un po’ colpa della crisi d’astinenza dalle pillole dimagranti se stai così, le dico.
Che basta ammetterlo non hai mai avuto davvero bisogno di me. Che per come sei tu, in quello che a questo punto risulta essere stato uno dei tuoi pochi momenti di lucidità, se non fossi stata davvero convinta, non avresti trovato la forza di farla finita con questa storia, cominciata per caso dopo un gioco di sguardi pregni della stessa tristezza, in una stazione semideserta della linea S5, le dico.
Se ce l’hai fatta una volta puoi, devi, provarci di nuovo. Se è vero che almeno un po’ di bene mi vuoi e non vuoi farlo per te, fallo per me. Lasciami vivere. Che c’è un’altra donna a cui sento di dover dedicare del tempo, se non ti è ancora chiaro, perché sono qui…
Penso di averti parlato della mia Betty Dixon, o no?
-…- No no no, non c’entra niente col giocatore di basket, è solo un caso di omonimia.
- ? – O-mo-ni-mia… se non capisci qualche parola c’è wikipedia. E’ tanto facile, che ce vò?

Reale Manifesto
Seconda chiamata, qualche ora dopo, sempre in anonimo, piangente e disperata, ancora che minaccia di farla finita e con il solito loop ossessivo di “che sono depressa, che non lavoro, non esco mai, sono grassa…piccola pausa e poi…ti chiamo da anonimo ma il mio numero è lo stesso, so che non mi chiami ma non chiamarmi”…
C’è che sono tornato qui per lavorare sul mio ma soprattutto sul conflitto socio-cognitivo della mia Betty Dixon, per farle buttare fuori tutto il possibile, per aiutarla a rielaborare la sua malattia ed aiutarla a settare il suo nuovo necessario rapporto con l’ambiente, con tutto ciò che è Altro da Sé.

[it.wikipedia.org/wiki/Urie_Bronfenbrenner]


Che fortunatamente una famiglia ancora ce l’ho, nonostante tutto…
Che la mia nuova ispirazione, la mia motivazione a riprovarci ancora viene da qui.
Che c’è voluto del tempo per imparare a capirlo, nel gestire il non averli accanto prima e nel gestire l’averli troppo accanto adesso…
Tempo sottratto alle auto giustificazioni e al troppo a pensare di dovermi mettere a mandare quintalate di cv e lettere motivazionali e/o di presentazione che non verranno quasi mai lette.
Sono tornato giù per provare a smetterla di pensare di avere sprecato tempo e denaro in formazione superiore e autoformazione, per avere del tempo per mettere a sistema, senza l’assillo del dover pagare l’affitto o le bollette, tutto quello che ho capito nel corso delle mie e-sperienze, in più di un centinaio di colloqui fatti stando da entrambe le parti, in tutte le esperienze professionali fatte, perdendo talvolta di vista di essere immerso in un fascio di relazioni…tra persone, immerse a loro volta in un fascio di relazioni…in questo tempo denso, al tempo di @ e del Wei Ji…
Che forse, più che probabilmente, se un problema c’era realmente stava semplicemente nella motivazione, nei driver cognitivi, ti insegnano nei master…mentre poi magari a colloquio ti dicono: “Ah, c’hai la patente, quindi… e con ciò?” Che il senso del conflitto socio-cognitivo sta tutto qui, probabilmente. Ma forse banalizzo…

Sono tornato giù per risettare e ripulire la mia confort-zone, per avere del tempo per fare emergere del tutto ciò che mi differenzia, che non sono più i capelli con le creste ne tantomeno i piercing nel mio caso…ma è solo questa insana voglianecessità di parole e di inchiostro, nient’altro!
Che sono stanziale e sono un po’ lento nel capire le cose ma me ne importa poco.
Che non ho più timore di ammettere che ci sono tante cose che non capisco, così come ce ne sono tante altre che sarebbe meglio non capire e tante altre ancora che non è giusto capire. Che non è codardia ma consapevolezza di avere dei limiti…

Ma in tutto ciò, per favore, oltre a chiamarmi la smetti di piangere? Prendila per quello che è…
Non è con me che vuoi parlare, in realtà…Se ti senti sola e senza via di uscita e non ti bastano gli amici, tuo marito e la tua chiesa, basta un’analista. Te lo ridò il numero, tranquilla. E’ una buona persona. Quando faceva l’headhunter, per esempio, non si sarebbe mai sognata di parlare di merce o pacchetto ma al massimo di profili. Conserva una buona dose di umanità che traspare…pur riuscendo ad essere distaccata e professionale.
- ? -  
Perdonami…volevo dire che è una brava persona…così come sei tu, che nonostante tutto…
C’è che è anche grazie a te, a tutta la pazienza che mi hai fatto capire di avere…se sono qui, senza rimpianti, che riesco a gestire costruttivamente la mia regressione psicofisica, a trasformare distress in eustress, a ritrovare allo specchio un sorriso per le piccole cose importanti…

Nello scoprire di non avere più reazioni violente di fronte a chi mi dice che sono un montato, saccente e superbo, un momento dopo avermi detto che la Libia è un’isola…
Che devo essere lucido e distaccato per non rischiare di annullarmi del tutto e rimanere impantanato in questo marasma di dinamiche familiari da cui sono stato per troppo tempo lontano.
Che sono saccente e montato. 
La Libia è un’isola, va bene.
Va bene, non mi incazzo più!
Ti spengo Uomini e Donne e scendo in giardino a fumare.

Reality Show!

Camicia Malstirata
camiciamalstirata@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento

Licenza Creative Commons
Camicia Malstirata by Cosimo Devita is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at camiciamalstirata.blogspot.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at http://camiciamalstirata.blogspot.com/.